Per ottenere la vittoria nel combattimento è necessario essere in grado di togliere l´equilibrio dell´avversario.
Esistono diversi modi per togliere l’equilibrio all’avversario, ma tutti questi modi sono governati da determinate leggi fisiche.
La perdita dell´equilibrio del corpo umano dipende:
- dall´angolo (dall’ampiezza) dell´oscillazione, dalla misura dello spostamento e dal grado di rotazione del baricentro del corpo umano misurati sugli assi in tre piani cartesiani, dal livello di tensione del corpo umano. Più alta è la tensione del corpo, più è semplice farlo oscillare, quindi si deve aumentare l’ampiezza dell’oscillazione del corpo e in conseguenza si riesce ad eliminare il suo equilibrio
- dall’altezza del corpo: più è alta una persona, più la distanza tra il baricentro dal punto di appoggio (cioè le gambe) è elevata, quindi il corpo è meno stabile
- dalla misura dell´area dell’appoggio (se le gambe sono posizionati in modo ravvicinato il corpo è più alto; se l´area dell´appoggio rispetto al baricentro non è proporzionale e l´area dell´appoggio non corrisponde all´altezza del baricentro - in questo caso - l´equilibrio non è perfetto, quindi è facile mettere in disequilibrio il corpo).
Definiamo le condizioni che devono verificarsi per togliere dallo stato di equilibrio il nostro avversario:
- il lavoro in modo contemporaneo in tre piani dello spazio
- la direzione del moto a 45°
- la somma e sottrazione delle forze (vettori) in movimento;
- l’applicazione di due forze in due direzioni opposte;
- l’avvitamento e lo svitamento - spirale;
- la sommatoria delle onde di direzione e delle onde con la direzione opposta
- utilizzo delle leve del primo, del secondo e del terzo livello
- qualsiasi punto rigido è un asse di rotazione;
- pressione sulle articolazioni dell’avversario con la tecnica del triangolo
- l´angolo di riflessione deve essere pari all´angolo d’incidenza
lavoro dalla base di appoggio;
l’utilizzo del piano inclinato.
Il classico metodo suddiviso in tre addestramenti:
Spingere l´avversario da una parte, e poi, sfruttando la sua resistenza, bruscamente tirarlo all’altra parte.
Tirare inizialmente avversario verso di sé, e in seguito, utilizzando la sua resistenza, inaspettatamente spingerlo in un´altra direzione.
In stretto contatto, quando due precedenti metodi non sono realizzabili, con una spinta brusca in alto, utilizzando la forza delle gambe e del torso, sollevare l´avversario da terra.
Per far sì che l’avversario perda l’equilibrio si devono eseguire alcuni passaggi:
- Unirsi al movimento dell´avversario. Entrare nel suo campo motorio e sensoriale, cioè diventare parte del suo spazio, del tempo e della velocità.
- “Collegare” l´avversario "indirizzarlo" sui propri movimenti, dare spazio ai suoi movimenti (eliminare la tensione in modo indiretto).
- Eseguire il ribaltamento (il rimbalzo) del pugno (della mano/della gamba) dell´avversario, aggiungere l´accelerazione, entrare nelle sue mosse, nel suo movimento, senza sconvolgere la struttura del movimento. (L´avversario si troverà nella posizione di sospensione, il suo baricentro diventerà instabile - essendo in un “punto morto").
- Effettuate il caricamento, spostando l´attenzione - con i colpi, mezza colpi o con le leve (formando per lui un appoggio - il "nodo" delle forze).